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sabato 10 marzo 2012

Kony 2012

Kony 2012, il criminale di guerra e la campagna web

Oltre 45 milioni di clic per il video sul leader ugandese dell'LRA, accusato di feroci crimini. Un successo clamoroso per l'iniziativa di Invisible Children. Ma in Rete molti sollevano dubbi...



In pochi, finora, sapevano chi fosse Joseph Kony. Eppure, nei suoi confronti, il Tribunale Penale Internazionale emise nel 2005 il suo primo mandato di cattura. Negli ultimi giorni, invece, oltre 45 milioni di persone hanno conosciuto il volto (e la storia) del criminale di guerra ugandese, leader del movimento Lord’s Resistance Army. Merito di un video che sta spopolando su Internet. Il filmato, che dura poco meno di mezz'ora, è stato realizzato da "Invisible Children" e ha proprio l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla figura di Kony, che nel suo tentativo di instaurare una teocrazia si sta macchiando di gravi crimini contro l'umanità. Soprattutto nei confronti dei bambini, che vengono rapiti dai villaggi e utilizzati come schiavi e soldati. 
In poco tempo su Twitter gli hashtag #Uganda, #Invisible children e #stopkony si sono attestati fra i dieci termini più menzionati, battendo anche i commenti sull'attesa nuova versione dell'iPad fra i tendig topics.
Eppure questa campagna sta destando anche qualche perplessità.
In primo luogo, Invisible Children viene criticata per la sua abitudine di spendere gran parte dei fondi raccolti nella gestione della struttura (e nelle campagne promozionali) anziché in progetti benefici concreti. Come fanno notare alcuni blogger, secondo Charity Today, solo il 32% dei fondi raccolti sarebbe finito in Africa (anche se il successo della campagna su Kony potrebbe far pensare che sia fondamentale anche l'opera di sensibilizzazione su certi argomenti). Molti sostengono inoltre che difficilmente una campagna virale può cambiare le cose in una zona del mondo così difficile. 
E, soprattutto, Invisible Children è accusata di sostenere l'esercito che combatte Kony, accusato anch'esso di brutalità, e le forze filoamericane che governano un Paese che in fatto di rispetto dei diritti umani non è certo un esempio. Insomma, sulla ferocia del personaggio nessun dubbio.  

domenica 5 febbraio 2012

La colpa del freddo è la mancanza di ghiacci polari


La colpa del freddo è la mancanza di ghiacci polari

Fa tanto freddo? C’è tanta neve? Ebbene la colpa è da cercare nella diminuzione dei ghiacci artici che si verifica in estate. Ricercatori del Research Unit Potsdam of the Alfred Wegener Institute for Polar and Marine Research della Helmholtz Association hanno scoperto un meccanismo secondo il quale il ritiro dei ghiacci che ricoprono il Polo Nord fa cambiare la pressione dell’atmosfera artica con una ricaduta molto importante sull’inverno dell’Europa. Ma partiamo dall’inizio. Se in estate si verifica un’abbondante ritiro dei ghiacci sul Polo Nord, come si sta verificando negli ultimi anni (l’ìestate del 2011 è stata seconda solo al 2007 per ritiro di ghiacci), si verificano due effetti importanti. In primo luogo il ritiro dei ghiacci mette in luce l’acqua oceanica che è molto più scusa dei ghiacci e questo la fa riscaldare notevolmente in quanto trattiene molto calore. In secondo luogo a causa della ridotta estensione dei ghiacci il calore presente nell’oceano viene rilasciato nell’atmosfera soprattutto in autunno e in inverno. “Queste temperature più elevate possono essere misurate nelle correnti oceaniche in prossimità delle regioni artiche”, spiega Ralf Jaiser, tra i responsabili della ricerca.
Si alterano le circolazioni. Il riscaldamento dell’aria vicino al mare determina dei processi di risalita dell’atmosfera che diventa meno stabile. “Abbiamo analizzato i caotici movimenti che si vengono a creare e abbiamo dimostrato che si formano delle condizioni che alterano profondamente la circolazione tipica di quest’area”, ha continuato Jaiser. Uno di queste situazioni è la differenza di pressione tra l’Artico e le medie latitudini: la così chiamata “Oscillazione Artica” con notevoli differenze di pressione tra le Azzorre e l’Islanda. Se questa differenza è legata ad un’alta pressione sulle Azzorre e bassa sull’Islanda si formano forti venti occidentali che in inverno portano aria atlantica calda e umida verso l’Europa. Se le condizioni si ribaltano non si formano i venti e l’aria fredda artica è in grado di scendere verso l’Europa, come è avvenuto negli ultimi due inverni e così pure quest’anno. I calcoli dimostrano che la differenza di pressione con la minore estensione dei ghiacci durante l’estate artica è indebolita durante l’inverno seguente, dando modo all’aria fredda artica di spingersi fino alle medie latitudini.
Sempre così in futuro. All’inizio di questo inverno sembrava che questo nuovo modello non funzionava alla perfezione, in quanto novembre e dicembre sono stati mesi relativamente caldi per l’inverno, ma ciò era solo dovuti a altri fattori contingenti che bloccavano l’aria fredda artica. Ma a metà gennaio le cose sono decisamente cambiate e il freddo polare è arrivato fino a noi con tanta neve. Se così stanno le cose dovremmo aspettarci che questa situazione si ripeterà ancora nei prossimi anni.

venerdì 27 gennaio 2012


I tedeschi: Italiani tutti Schettino

Dall'edizione on line del settimanale Der Spiegel arriva un attacco razzista all'Italia. "Gli italiani una massa di tanti piccoli Schettino





Un attacco razzista e ignobile verso il nostro Paese arriva dalla Germania. Precisamente da Jan Fleischhauer, uno dei columnist di Spiegel online 1, l'edizione on line del settimanale tedesco. "Mano sul cuore, ma vi sorprendete che il capitano fosse un italiano? Vi potete immaginare che manovre del genere e poi l'abbandono della nave vengano decise da un capitano tedesco o britannico?" si chiede non troppo ironicamente il giornalista tedesco. Fleischhauer continua nel suo delirio ariano: "Conosciamo tipi del genere dalle vacanze al mare, maschi bravi con grandi gesti, capaci di parlare con le dita e con le mani, in principio gente incapace di fare del male, ma bisognerebbe tenerli lontani da macchinari pesanti e sensibili, come si vede. 'Bella figura', è lo sport popolare di massa italiano, cioè impressionare gli altri, anche Schettino voleva fare bella figura, purtroppo ha trovato uno scoglio sulla sua strada". Il giornalista è ben consapevole che il suo articolo sia pieno di frasi basate su stereotipi e luoghi comuni ma non si ferma e continua: "non è chiaro in che misura gli italiani siano una razza". "Il carattere nazionale - continua Fleischhauer - è qualcosa di simile alla differenza di comportamento provocata dalla differenza tra i due sessi. Le nazioni sono diverse, per motivi climatici, e anche le lingue hanno il loro ruolo". Per il giornalista non ci sono dubbi, la crisi europea è da addittare alla nazionalità non ai programmi politici degli Stati europei. Italia in Primis. "Quel che può succedere quando per motivi politici si ignora la psicologia dei popoli, ce lo mostra la crisi della valuta."
Dimenticanze - Il giornalista tedesco dimentica però che tra le cause principali della crisi economica in Europa c'è anche la Germania. Se la Merkel non avesse ritardato gli aiuti alla Grecia, agli inizi della crisi, forse a quest'ora non ci troveremmo in questa situazione. Inoltre la cancelliera tedesca si è sempre impuntata per non aumentare il fondo salva stati che aiuterebbe i Paesi dell'eurozona ad uscire da questa crisi sistematica. L'autore dell'articolo si scorda anche che la Germania sforò insieme alla Francia il patto di stabilità del 2003. E andando ancora più indietro ci si chiede cosa sarebbe ora la Germania senza gli aiuti economici del piano Marshall dopo la Seconda Guerra Mondiale.

domenica 22 gennaio 2012

Come attivare da subito la Timeline del profilo personale di Facebook


Come attivare da subito la Timeline del profilo personale di Facebook

FacebookEra ormai parecchio tempo che se ne sentiva parlare e, finalmente, è disponibile per il grande pubblico la nuova visualizzazione del profilo del social network più famoso del mondo: la Facebook Timeline (chiamato anche Diario). In realtà non sono molti gli utenti che l’hanno attivata in quanto non sanno come farlo. Eppure basta un click!
Vediamo come attivarla subito:
  1. entrate sul vostro account Facebook;
  2. cliccate su questo link;
  3. apparirà una pagina di presentazione del servizio con le innovazioni, ecc.
  4. cliccate sul pulsante Ottieni il diario presente in basso a destra (indicata con una freccia rossa nell’immagine sottostante)
  5. godetevi la nuova interfaccia! :)
Facebook Timeline

Lista completa delle emoticon disponibili nella chat di Facebook

 :-) :)
 :-( :(
 :-P :P
 :-D :D
 :-O :O :-o :o
 ;-) ;)
 8-) 8) B-) B)
 8-| 8| B-| B|
 >:( >:-(
 :/ :-/ :\ :-\
 :’(
 3:) 3:-)
 O:) O:-)
 :-* :*
 <3
 ^_^
 -_-
 o.O O.o
 >:O >:-O >:o >:-o
 :v
 :3
 :|]
 (^^^)
 <(")
 :42:
 (Chris Putnam) :putnam:

Vivere con il cane


Vivere con il cane


Scegliere di vivere con un cane è un esperienza fantastica, ma questa esperienza ci porta inevitabilmente  a doverci assumere delle responsabilità nei confronti del nostro amico. Le esigenze del nostro cane non sempre si sposano con il nostro stile di vita.
Proviamo a fare degli esempi per capire meglio questo concetto: I “canidi” in natura, sono animali sociali che nascono, vivono e muoiono insieme, i nostri cani invece devono imparare a stare soli, anche molte ore al giorno, perché giustamente, noi dobbiamo andare a lavorare, uscire, fare vita sociale etc. e non sempre possiamo portarli con noi, e questa realtà se non adeguatamente valutata e gestita può portare i nostri amici a soffrire di ansia da separazione.
Discendono da predatori e anche se oggi, grazie alle nostre cure, non hanno più la necessità di cacciare per sopravvivere conservano queste innate predisposizioni. Hanno quindi questa esigenza, un bisogno che può manifestarsi con comportamenti come afferrare inseguire cose che si muovono, che poi non raramente le strappano così come farebbero in un contesto naturale dopo una battuta di caccia. I nostri cani inseguono quindi palline, gatti che scappano, bambini che corrono o biciclette in movimento. Non lo fanno perchè sono dispettosi, o perchè sono cattivi, per loro predare è una cosa naturale, giusta e sana. Noi invece non vorremmo che il nostro cane inseguisse i motorini, o corresse dietro a tutti i gatti del vicinato. Questi sono solo alcuni semplici esempi per comprendere come sia importante capire il cane per poter poi imparare a gestirlo. E’ quindi necessario trovare un sano compromesso tra quelle che sono le sue esigenze e quelli che sono nostri desideri. Alcune razze, e alcuni soggetti poi hanno certe predisposizioni naturali ancora più marcate e quindi è necessario sapere come poterle gestire nell’interesse nostro, e del benessere del nostro cane.
La motivazione nella scelta di un cane è fondamentale perchè sarà uno degli elementi su cui costruiremo la relazione con l'animale e la nostra vita insieme.
Mi capita, purtroppo, troppo spesso di incontrare persone che prendono un cane perchè è bello o per i bambini o perchè hanno un giardino dove metterlo (da solo!). Ritengo che siano motivazioni che non fanno del bene ai cani: i cani, e tutti gli altri animali, si prendono per passione e per la responsabile scelta di prendersi cura delle loro esigenze sia fisiche che comportamentali.
Per chi non pensa di alzarsi prima la mattina, di uscire con qualsiasi tempo almeno 4 volte al giorno, di magari rinunciare alle vacanze, e di gestire i propri orari pensando che un animale dipende totalmente da noi, credo che un animale di peluches faccia al caso vostro. La vita con animali è una vita di grande amicizia e grande affetto ma anche una vita con rinunce e scelte importanti. Solo chi ha veramente passione per gli animali vive pienamente questa sua scelta come un arricchimento e non un peso.
Ma quali sono i bisogni di un cane?
1. sentirsi al sicuro 
2. mangiare, bere, dormire adeguatamente: un cane per non essere stressato ha bisogno di dormire 17 ore al giorno
3. fare i bisogni 
4. fare parte di un gruppo (famiglia) 
5. esplorare cose e ambienti nuovi 
6. giocare, giochi intelligenti e attività di lavoro di fiuto 
7. fare passeggiate in posti naturali, ogni giorno 
Come vedete, non solo i bisogni di sussistenza sono importanti ma la vita sociale del cane è egualmente importante: i cani quando entrano nelle nostre case si aspettano di trovare una famiglia che li accoglie al meglio.
I cani domestici vivono in casa, non in giardino, e partecipano alla nostra vita. Nella casa condividiamo gli spazi e creiamo tanti piccoli/grandi rituali per fare le cose di ogni g iorno come il momento dei pasti o uscire insieme. I cani domestici vogliono stare con noi ed è nostro compito fargli fare una vita serena. Cerchiamo 
quindi di conoscere questo animale e le sue caratteristiche etologiche, per poi vivere insieme in armonia.

venerdì 20 gennaio 2012

L'FBI chiude Megaupload, arrestato il fondatore

Inaccessibili anche tutti i file legali che erano ospitati dal servizio. Chiusi anche Megavideo e Megaporn.

fbi chiude megaupload kim dotcom
Dotcom, fondatore di Megaupload

Arrestato il fondatore, rischia 50 anni. Si tratta dei più popolari archivi di film e musica online, spesso usati per diffondere materiale protetto da copyright. In manette Kim Schmitz e altre tre persone, gli indagati in totale sono sette. I pirati attaccano il sito della giustizia Usa, dell'Universal, della Riaa e dell'Mpaa


NEW YORK - Pugno di ferro degli Stati Uniti contro la pirateria digitale: l'Fbi, in collaborazione con il Dipartimento della Giustizia americano, ha chiuso il sito Megaupload.com e Megavideo.com, ottenendo l'arresto del fondatore e di altre tre persone. 

Megaupload è uno dei più noti e più imponenti archivi di film, musica e software, spesso pubblicati senza autorizzazione. Secondo l'accusa, l'attività di Megaupload è costata più di 500 milioni di dollari in mancati profitti ai legittimi detentori del copyright.
Il fondatore del sito, Kim Schmitz, e altri tre sono stati arrestati in Nuova Zelanda su richiesta delle autorità statunitensi. Altre due persone sono ricercate e numerose altre due risultano incriminate. L'atto di forza arriva a 24 ore dallo sciopero di internet 1 per protestare contro il Sopa, la legge antipirateria in discussione al Congresso che, secondo molte internet company tra cui Google e Wikipedia, metterebbe a repentaglio la libertà di espressione online.

L'offensiva dei pirati. La risposta degli hacker non si è fatta attendere: anunciando su Twitter l'operazione #OpMegaUpload, l'attacco di alcuni individui legati ad Anonymous ha reso irrangiungibili i siti del dipartimento di Giustizia statunitense, della casa discografica Universal, della Recording Industry Association of America (Riaa) e della Motion Picture Association of America (Mpaa).

Cos'è Megaupload? Tecnicamente il sito si presenta come un "cyberlocker", una sorta di magazzino tramite il quale gli utenti possono archiviare file troppo grandi da spedire via e-mail per condividerli in via riservata con altre persone. Un uso del tutto legittimo nel quale si innesta una zona grigia di illegalità, poiché molti caricano file protetti da copyright e poi diffondono il link per scaricarli su forum e blog, mettendo di fatto in piedi un giro di contenuti pirata. Megaupload guadagna vendendo pubblicità sulle sue pagine e facendosi pagare da gli utenti che vogliano scaricare più di un certo numero di file a velocità più elevata.
In un comunicato pubblicato poco prima della chiusura, Megaupload bollava come ridicole le accuse di violazione del copyright, affermando che "la stragrande maggioranza del traffico generato dal sito è legale. Siamo qui per restare", garantiva Megaupload, aprendo al dialogo con l'industria dell'entertainment che, scrivevano gli autori del messaggio, "vuole avvantaggiarsi della nostra popolarità".

Di tutt'altro avviso il Dipartimento di Giustizia, secondo il quale Megaupload "ha riprodotto e distribuito illegalmente su larga scala copie illegali di materiale protetto da copyright, tra cui film - anche prima dell'arrivo in sala - musica, programmi televisivi, libri elettronici e software. Le accuse nei confronti degli indagati sono pesanti: associazione a delinquere finalizzata all'estorsione, al riciclaggio e alla violazione del diritto d'autore. Rischiano oltre 50 anni di prigione ciascuno.