La colpa del freddo è la mancanza di ghiacci polari
Si alterano le circolazioni. Il riscaldamento dell’aria vicino al mare determina dei processi di risalita dell’atmosfera che diventa meno stabile. “Abbiamo analizzato i caotici movimenti che si vengono a creare e abbiamo dimostrato che si formano delle condizioni che alterano profondamente la circolazione tipica di quest’area”, ha continuato Jaiser. Uno di queste situazioni è la differenza di pressione tra l’Artico e le medie latitudini: la così chiamata “Oscillazione Artica” con notevoli differenze di pressione tra le Azzorre e l’Islanda. Se questa differenza è legata ad un’alta pressione sulle Azzorre e bassa sull’Islanda si formano forti venti occidentali che in inverno portano aria atlantica calda e umida verso l’Europa. Se le condizioni si ribaltano non si formano i venti e l’aria fredda artica è in grado di scendere verso l’Europa, come è avvenuto negli ultimi due inverni e così pure quest’anno. I calcoli dimostrano che la differenza di pressione con la minore estensione dei ghiacci durante l’estate artica è indebolita durante l’inverno seguente, dando modo all’aria fredda artica di spingersi fino alle medie latitudini.
Sempre così in futuro. All’inizio di questo inverno sembrava che questo nuovo modello non funzionava alla perfezione, in quanto novembre e dicembre sono stati mesi relativamente caldi per l’inverno, ma ciò era solo dovuti a altri fattori contingenti che bloccavano l’aria fredda artica. Ma a metà gennaio le cose sono decisamente cambiate e il freddo polare è arrivato fino a noi con tanta neve. Se così stanno le cose dovremmo aspettarci che questa situazione si ripeterà ancora nei prossimi anni.
Nessun commento:
Posta un commento