Kony 2012, il criminale di guerra e la campagna web
Oltre 45 milioni di clic per il video sul leader ugandese dell'LRA, accusato di feroci crimini. Un successo clamoroso per l'iniziativa di Invisible Children. Ma in Rete molti sollevano dubbi...

In poco tempo su Twitter gli hashtag #Uganda, #Invisible children e #stopkony si sono attestati fra i dieci termini più menzionati, battendo anche i commenti sull'attesa nuova versione dell'iPad fra i tendig topics.
Eppure questa campagna sta destando anche qualche perplessità.
Eppure questa campagna sta destando anche qualche perplessità.
In primo luogo, Invisible Children viene criticata per la sua abitudine di spendere gran parte dei fondi raccolti nella gestione della struttura (e nelle campagne promozionali) anziché in progetti benefici concreti. Come fanno notare alcuni blogger, secondo Charity Today, solo il 32% dei fondi raccolti sarebbe finito in Africa (anche se il successo della campagna su Kony potrebbe far pensare che sia fondamentale anche l'opera di sensibilizzazione su certi argomenti). Molti sostengono inoltre che difficilmente una campagna virale può cambiare le cose in una zona del mondo così difficile.
E, soprattutto, Invisible Children è accusata di sostenere l'esercito che combatte Kony, accusato anch'esso di brutalità, e le forze filoamericane che governano un Paese che in fatto di rispetto dei diritti umani non è certo un esempio. Insomma, sulla ferocia del personaggio nessun dubbio.
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